Ruoli BDSM: la slave

Nel BDSM la figura della slave, intesa come ruolo nel gioco sadomasochistico, è forse più complessa di quanto si pensi.

Spesso infatti, soprattutto chi non conosce il mondo del bdsm o vi si sta avvicinando potrebbe indicare in modo molto semplicistico come caratteristiche della slave la tendenza al  masochismo, il bisogno di essere comandata e soprattutto quella strana capacità di trarre piacere dal dolore. Caratteristiche salienti certo, ma non del tutto esaustive e caratterizzanti.

Ci sono poi alcuni che definiscono il ruolo della slave come una tendenza naturale di molte le donne che deriva dai condizionamenti sociali e dalle suggestioni morali per cui una donna deve in qualche modo espiare il piacere derivante dal sesso.

Quello della slave è innanzitutto, come per tutte le altre figure in gioco, un’indole naturale, un’inclinazione, una disposizione dell’animo e come tale ricca di sfumature e sfaccettature difficilmente riducibili in un elenco canonico. Ci sono però per così dire delle emozioni, dei desideri che permettono di riconoscere la tendenza di una donna ad essere una slave nel gioco BDSM.

Prima del dolore, della ricerca di un uomo dominante, del brivido che si prova davanti ad una frusta o del desiderio di essere oggetto di bondage, la caratteristica che meglio denota la slave è il bisogno di appartenere. Definire cosa significa l’appartenenza è complesso, perché prima di tutto è importante presentare come, desiderare di appartenere, sia un’azione attiva e non imposta dalla figura dominante.

La slave sceglie, decide, desidera più di ogni altra cosa, appartenere al proprio Master . E’ da questa determinazione, che prende avvio il gioco. Solo se si scegli di appartenere, ci si può donare completamente, solo scegliendo di appartenere, si può trarre godimento e soddisfazione dall’essere in balia del proprio Master. E’ dall’appartenenza che poi, proprio come in una cascata vorticosa, si susseguono tutte le altre caratteristiche di una slave.

Il rispetto incondizionato verso chi si sceglie come Master, il desiderio di ubbidienza, la soddisfazione nell’eseguire ordini e realizzare desideri, il bisogno di essere dominata e quello di appagare il proprio Master. Compiacerlo, adorarlo, essere una sua proprietà saranno brame a cui la slave tenderà costantemente.

Solo dopo aver definito l’appartenenza ci sarà il posto per le altre caratteristiche. L’attrazione a volte davvero innata di una salve per alcuni giochi usati in ambito BDSM o più semplicemente il turbamento che si prova anche solo all’idea di essere legata.

Ci sono poi desideri distintivi che accomunano molte slave come l’eccitazione erotica che genera da una punizione, il bisogno di essere punita, la necessità di porsi ad un livello inferiore, l’indole masochista, il bisogno di rinunciare al proprio volere.  Sottoporsi a pratiche più o meno dolorose per trarne piacere, sottomettere anima e corpo al proprio Master completano il quadro.

Ogni slave poi, aggiungerà a questa caratterizzazione non esaustiva, le proprie inclinazioni personalissime. Chi preferirà per esempio, dominazioni psicologiche a quelle più basate sulla fisicità, chi si abbandonerà a desideri più estremi o si lascerà dominare soltanto ad un livello più soft.

Da sottolineare, ancora una volta per chi non conosce in modo approfondito il mondo BDSM, è l’importanza delle caratteristiche e dei desideri di una slave all’interno del gioco di ruolo sadomaso. Sono infatti proprio le peculiarità, i desideri, le inclinazioni di una slave, quelli che poi si definiscono i suoi limiti a dettare le regole del gioco. Nessuna pratica non desiderata dalla slave dovrà essere effettuata durante la sessione, ne verrebbe meno il rapporto di fiducia e la relazione in generale.

Semmai, tra le caratteristiche più apprezzate di una slave, si può annoverare la virtù di superare i propri limiti; Talento questo che spesso però dipende dalla capacità del Master.


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