Il bondage del sadomaso e il bondage della coppia desideri e piaceri diversi

Il bondage, ovvero la nobile arte del legare, non attiene solo alla sfera strettamente legata ai rapporti BDSM. Nata in Giappone  per legare i prigionieri, quella del bondage, è una pratica che può anche essere realizzata  in una coppia in cui tra i partner non c’è un rapporto di dominazione / sottomissione. Il bondage infatti è un arte, si lega il corpo con dei nodi e delle legature ricercate con l’intento di valorizzare il corpo stesso. Che questa pratica, oltre a fare del corpo una sorta di opera d’arte,  regali anche del piacere fisico, è un valore aggiunto. Ma le sensazioni, le emozioni e soprattutto il piacere che scaturiscono dal bondage sono  diversi se per esempio è la donna di una coppia tradizionale ad essere legata o è una slave a essere stretta dalle corde? La risposta, come sempre quando si tratta di sensualità, non è netta, ma certamente le emozioni, i desideri e soprattutto il raggiungimento del piacere estetico e fisico  sì, sono profondamente diversi.

Ovviamente, ne consegue che anche il piacere di legare è alimentato da sentimenti diversi a seconda che chi lega sia il partner o il Master.

Per iniziare a delineare le differenze partiamo dalle sensazioni che generano per esempio  le corde che tra gli accessori più usati nel bondage.

Nella coppia tradizionale la scelta del tipo di corda, del colore, della consistenza, del materiale risponde per lo più all’esigenza estetica del bondage. E’ nel rapporto di dominazione o sottomissione invece,  che le differenze tra i vari tipi di corde e la loro funzione hanno un’importanza più rilevante. È infatti, non solo estetica, la scelta, ma funzionale alla sottomissione stessa. Scegliere una corda piuttosto di un’altra, dipende dall’uso, dalla parte del corpo che si vuole legare ma soprattutto dall’emozione- schematizzando piacere o dolore-  che con quella corda si vuol concepire. Stessa cosa per i nodi o le legature del bondage. Nella coppia, sarà la ricerca estetica del piacere a guidare la scelta delle figure, nel sadomaso ancora una volta la funzione per così dire strategica. Lo stessa  legatura può addirittura, con stimolazioni diverse, nella lei della coppia tradizionale, regalare infinito piacere e nella lei sottomessa  trasformarsi una sorta di tortura  piacevolmente dolorosa.  Si vedano ad esempio tutte le legature degli organi genitali.

Quello che forse differenzia di più il piacere di chi approccia al bondage, sono le sensazioni che l’essere legato regala. L’approccio al bondage di una coppia tradizionale,  è finalizzato al desiderio di rendere più ricca l’intimità, di giocare e sperimentare nuove emozioni, scoprire nuove sensazioni e regalarsi così un sessualità  sempre nuova, ricercata e consapevole. Nel BDSM invece ,ancora una volta è lo scopo del bondage a guidarne il desiderio. Il fine è lo stesso piacere fisico dei partner, ma il raggiungimento della soddisfazione del corpo,  vede il bondage come una sorta di mezzo. Il legare è infatti il modo in cui chi è dominante esercita il po tere. Il corpo della slave immobilizzato dalle corde è in balia del suo Master chepuò disporne a piacere e regalare ad esso tutte le emozioni e le sensazioni che desidera.

La partner legata di una coppia tradizionale è immobilizzata dalle corde nell’attesa desiderosa di ricevere un piacere del tutto nuovo, di abbandonarsi agli stimoli che essere legata dona e amplifica, di essere con fiducia, nelle mani del proprio partner.  La slave invece desidera essere alla mercè del proprio Master, il suo corpo immobile si fa strumento del suo piacere, si offre in dono, affidandosi completamente a qualsiasi carezza. Offrirsi, essere in balia, donarsi, sono questi i desideri che spingono la slave a bramare il bondage. È il suo modo di dimostrare fiducia, sottomissione, obbedienza,  quello di abbandonare il proprio corpo alle corde del Master. L’arrendevolezza, l’essere immobilizzata, il non poter evitare gli stimoli, rende più facile poi,  scoprire che dal dolore può nascere infinito piacere.

In ultimo, in un questa  trattazione non esaustiva,  c’è il valore che alle corde si dà quando si pratica il bondage. Le corde più belle e i nodi più  raffinati venivano usati dai giapponesi per i prigionieri più importanti, quelli di grado più alto, per esempio i samurai. Ecco nella coppia tradizionale che pratica il bondage sarà dato, ancora una volta, alle corde, un valore in base alla loro rilevanza estetica. Le legature preferite potranno allora essere quelle che alla coppia regalano più  bellezza e piacere fisico. Per la coppia Dom e sub invece le corde hanno ben altro valore. Per la slave la corda è l’abbraccio del Master. Il nodo, la legatura comunica intenzioni, effetti ed addirittura sentimento, partecipazione affettiva. Essere più o meno stretta, avere un tipo di legatura piuttosto di un altro, significa ricevere in dono un premio o una punizione. La valenza delle corde nel BDSM assume quindi  significati quasi emotivi.

Ad essere comune a chiunque pratichi l’arte del bondage  è la scoperta di un piacere raffinato e sorprendente che nasce dal semplice, solo in apparenza, turbamento di offrire all’altro il proprio corpo. La costrizione, l’immobilità, il non poter evitare volontariamente gli stimoli e le emozioni fanno sì che   l’arrendersi al piacere  sia una resa deliziosa e profondamente appagante.


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