Il primo incontro con il Master / Padrone

Master e Padrone desiderio di bondage

La volta scorsa mi sono dedicato più a definire cosa non è un Master e cosa non è un Padrone, che a spiegare cosa sono davvero. Proverò a rimediare svelando a voi, Menti Desiderose, quali meccanismi si celano dietro un incontro serio e che non nasce nel segno dell’improvvisazione. Approfondirò quindi alcuni aspetti a cui finora ho solo accennato in questo spazio. Ho chiarito fin da subito che un buon colloquio è fondamentale per conoscere la bondager e/o schiava, o allieva (la definizione che preferisco) che dir si voglia.

Soprattutto per verificarne la tenuta fisica e psicologica, le sue debolezze e per capire quali sono le sue passate esperienze (e quindi i possibili limiti). Non è un caso che siti oggi leader nel genere – da Hardtied.com ad Hogtied.com – mostrino nei video l’incontro preceduto da un’intervista. Persino Rick Savage – uno dalla mano indubbiamente pesante! – adotta questo sistema. Un motivo ci dovrà pur essere.

Fondamentale è l’aspetto salute. Non voglio paragonare il primo appuntamento con un Master ad un colloquio ambulatoriale, dico però che considero quantomeno irresponsabile chi usa con una sconosciuta una benda o un cappuccio di latex senza prima accertarsi se è allergica al lattice; che la imbavaglia senza adottare precauzioni (ad esempio, una ball-gag forata) senza accertarsi se ha problemi di asma; che la lascia in perfetta solitudine, anche solo per pochi momenti, senza avergli chiesto se ha mai accusato improvvisi svenimenti, giramenti di testa o episodi epilettici; od ancora, se in passato ha subito traumi o soffre di fragilità capillare.

Non c’è bisogno di chiedere ad un’allieva l’esame completo del sangue e delle urine. Basta fare attenzione a piccoli segnali: prurito, starnuti, gonfiore, lacrimazione e bruciore agli occhi. Molte volte è sufficiente l’autodiagnosi.

Molti sedicenti Master inoltre, basano le proprie conoscenze sulla ricca videografia del genere: da Jay Edwards a Master Costello. Dimenticando però, che trattandosi di film, tra una scena e l’altra, tra una posizione e l’altra, ci sono lunghe pause che servono alle bondager per riprendere coscienza ed energia.

La prima regola su cui insistono i Master più esperti, ad esempio, è quella di fare particolare attenzione alle legature che, se maldestre e troppo prolungate, possono creare problemi anche gravi dovuti all’interruzione locale della circolazione sanguigna.

Ancora più importanti, se è previsto che l’esperienza Bondage possa diventare BDSM, l’igiene e la prevenzione. Quante sanno che attraverso il sesso orale si può contrarre l’herpes genitalis? Che l’uso di pantaloni aderenti, indumenti sintetici e slip in microfibra possono facilitare la candida vaginalis? Che esiste un virus che può diventare addirittura tumore dell’utero, che circa il 70% delle donne contrae nel corso della propria vita, e che di solito scompare spontaneamente nel corso di pochi mesi grazie al sistema immunitario, il papilloma virus?

So bene che questi ragionamenti possono sembrare fuori luogo in un sito dedicato alle Menti Desiderose, e quindi alla realizzazione delle proprie fantasie. Credo però, che se si vuole davvero che l’esperienza sia sicura, oltre che appagante, occorra prepararsi al meglio per non mettere a repentaglio una vita solo a causa di una stupida disattenzione.


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